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Silvia C.

Frankenstein di Mary Shelley

Sulla scia di Halloween, non si può non pensare anche a Mary Shelley, fuori dall’UK non molto conosciuta, la prima ad aver scritto un romanzo di genere horror.


Un ritratto di Mary Shelley
Un ritratto di Mary Shelley

Frankenstein, il personaggio che tutti conosciamo, è stato creato da Mary Shelley durante tre giorni, nell’estate 1817, in cui si trovava con il compagno Percy Shelley, Lord Byron e il Dr Polidori in una villa sul lago di Ginevra. Bloccati da una tempesta, passarono i tre giorni discutendo di politica, filosofia, storie di fantasmi e ideando una gara di scrittura: ognuno di loro avrebbe dovuto scrivere un racconto horror (all’epoca non esisteva letteratura horror). Mary Shelley cominciò a buttar giù con fatica il suo, ma ebbe un incubo in cui, racconta, vide l’immagine di uno studente che si inginocchia di fianco alla creatura che ha creato con resti di altre creature morte, e quella comincia a mostrare segni di vita. Da lì ha inizio la storia di Frankenstein. 



Fotografia della lapide sulla tomba di Mary Wollstonecraft
Foto della tomba di Mary Wollstonecraft

Mary Shelley ebbe una vita piuttosto turbolenta, non facile: sua madre morì dopo averla data alla luce e fu seppellita nel cimitero di Old St Pancras, a Londra, dove Mary andava quotidianamente, avendo difficoltà con il padre e la sua nuova moglie. Crescendo, cominciò a leggere gli scritti della madre, una delle prime “femministe”, tra cui “Rivendicazione dei diritti delle donne”. Quel cimitero era il suo rifugio ed anche questo, probabilmente, contribuì alla stesura della storia di Frankenstein: un essere nato artificialmente, col bisogno di essere accettato da chi lo ha creato, che invece non lo accetta, e ne paga il prezzo.


“If I cannot inspire love, I will cause fear”
Copertina di una delle prime edizioni del romanzo
Copertina di una delle prime edizioni del romanzo






La storia di Frenkenstein, che può essere considerato il primo romanzo “horror”, è legata a molti luoghi particolari, alcuni dei quali Mary Shelley aveva visto nella realtà. Castle Frenkenstein è un castello del XIII secolo che si trova in Germania; forse l’autrice ne aveva sentito parlare, perché conosceva la storia di Johann Dippel, un alchimista e tombarolo vissuto nel XVII secolo che nel castello faceva esperimenti su vari corpi senza vita e da ossa e carne che dissezionava creava oli e pozioni, fino a realizzare l’elisir della vita. Una sorta di scienziato pazzo, che aveva contribuito a creare il personaggio.


Nel 1815, si verifichò l’eruzione del vulcano di Tambora, in Indonesia, una delle più grandi mai registrate, tanto che le ceneri arrivarono perfino in Europa, causando un abbassamento delle temperature, che durante l’estate non superarono mai i 10°, tanto che fu definita “the year without summer”. Mary Shelley trascorse parte di quell'estate in vacanza sul lago di Ginevra insieme al compagno Percy in una villa dove alloggiavano Lord Byron e il Dr Polidori, per gran parte del tempo chiusi in casa a causa delle piogge e del freddo, tra discussioni culturali e creazione di storie di fantasmi.

Mary aveva visitato anche lo studio di Percy, a Oxford, pieno di strani oggetti: giare di vetro, un generatore a frizione e strumenti usati nell’alchimia. Non moltissimi anni prima, Galvani aveva fatto saltare la zampa di una rana morta con un coltello carico di elettricità, e l’idea che questa riuscisse a causare un soffio di vita la incuriosì. 

Infine la valle di Chamonix, dove Mary e Percy erano stati nel 1816, la impressiona per la presenza potente della natura.

I luoghi di Londra legati a Mary Shelley sono molti, primo tra tutti la casa di Somers Town, un triangolo a Nord di Londra, racchiuso fra le tre sezioni ferroviarie di Euston, st Pancras e King’s Cross, dove nacque e visse per molti anni. Quando fu pubblicato per la prima volta, anonimo, “Frankenstein, or the Modern Prometeus”, Mary Shelley aveva 19 anni.

 


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